Alla fine la stanchezza ha avuto il sopravvento, diciamo che l’ultima sosta all’autogrill sulla strada del ritorno è stata fatale…
Il torpedone si è di colpo zittito come se fosse anch’esso crollato insieme ai suoi passeggeri, ecco è a questo punto che davvero si coglie quello che è stata per me questa due giorni: una bella emozione!

Un’emozione grande che mi ha preso tutto l’entusiasmo che mi ero portata da Fino e grazie al quale alzarmi alle quattro e mezza del mattino mi è parso un gesto abituale e per nulla faticoso;
un’emozione piena che ha riempito ogni momento di questi due giorni, compresa la lunga attesa del pomeriggio prima della nostra esibizione;
un’emozione Nostra, perché da subito potevi accorgerti che è così che l’abbiamo vissuta, perché non c’è stato momento sul palco che non fosse di tutti e insieme di ognuno e per ognuno diverso, ma pur sempre nostro.
Ma un’emozione del genere pretende tutto e ti lascia spossato a parlare ancora per giorni di come abbiamo marciato, a chiederti se quel colpo di legnetti alla fine di Baltimora c’era o non c’era, a pensare che effetto farebbe avere delle majorettes…
Complimenti allora, a chi ha resistito, a chi non si è lamentato, a chi ci ha creduto fino alla fine, a chi ha fortemente voluto che partecipassimo a questo concorso a chi si è adoperato perché tutto funzionasse… e ce l’ha fatta!
E grazie a tutti voi, compagni d’avventura per esserlo stati così.

 

A.M.